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Viviamo ormai in una società massificata in cui l'apparire ha soppiantato l'essere; respiriamo l'aria di un mondo in cui il materiale ha annullato lo spirituale. Accumulare ricchezza in modo bramoso, avido, è l'imperativo categorico cui assolvere durante la nostra povera esistenza. Gli affetti, i valori, i nutrimenti dell'anima si sono smarriti in un universo su cui l'uomo non sembra più abitare. A discapito di tutto ciò, l'autore rivendica l'essenzialità del trascendente, l'imprescindibilità di un immateriale che è mistico e concreto allo stesso tempo.